Inquinamento di foce Carmosina: i risultati delle indagini. Servono interventi

ambiente_foce_carmosina_d26sMARGHERITA DI SAVOIA - Lo scorso 12 dicembre, la Polizia provinciale ha reso noto il risultato delle indagini svolte presso foce Carmosina, nel quadro dell’operazione “Acqua Munda”, utile a far luce sulle cause dell’inquinamento delle acque, stranamente tinte di rosso, che si riversavano in mare. (Leggi documentohttp://www.corriereofanto.it/images/stories/categorie/temi/documento_carmosina.pdf)
Nella relazione, si legge che: “l’accumulo di elementi chimici come l’azoto e il fosforo, causa la proliferazione di alghe microscopiche che, a loro volta, non essendo smaltite dai consumatori primari, determinano una maggiore attività batterica. Aumenta così il consumo globale di ossigeno e la mancanza di quest’ultimo provoca il fenomeno dell’eutrofizzazione nella zona foce… Negli ambienti acquatici si  nota un notevole sviluppo della vegetazione e del fitoplancton… Quando le alghe muoiono si determina una conseguente forte diminuzione di ossigeno a causa della loro decomposizione ed i processi di putrefazione e fermentazione associati liberano grandi quantità di ammoniaca, metano e acido solfidrico. Nel periodo maggio-settembre, in concomitanza della maggiore esposizione al riscaldamento solare, peggiora il fenomeno dell’eutrofizzazione. Alcuni effetti negativi sono: aumento della biomassa e fitoplancton; delle alghe gelatinose (mucillagini); aumento della torbidità e del cattivo odore dell’acqua; diminuzione dell’ossigeno. Per contrastare l’eutrofizzazione, sono necessari interventi che riducano gli afflussi nutrienti ai copri idrici (riduzione dei fertilizzanti in agricoltura, depurazione degli scarichi civili ed industriali)”.
In merito alla colorazione rossa di foce Carmosina: “tutto dipende dalle condizioni climatiche, questo Nucleo ipotizza una ulteriore ipotesi: nei canali ove ristagna l’acqua e sempre nel periodo giugno-ottobre, con l’aumento del gradiente termico, si verifica l’effetto “salina”… L’acqua può assumere una colorazione rossastra dovuta alla presenza di una particolare micro-alga: la Dunaliella Salina…; la seconda ipotesi è quella della presenza dell’Halobacterium salinarum, quale è estremamente alofilo marino, gram-negativi. Nonostante il nome, non è un batterio. Alla luce di quanto ipotizzato si richiedono le analisi chimico fisiche e microscopiche batteriologiche dell’acqua”.
Precise le azioni da intraprendere: “per la salvaguardia delle matrici ambientali oggetto di indagine, si ritiene utile che i soggetti Istituzionali interessati pongano in essere: il Comune di Trinitapoli dovrebbe monitorare la rete fognaria di raccolta delle acque meteoriche, per prevenire scarichi abusivi civili e rivenienti da attività produttive; la Regione Puglia dovrebbe intervenire con il drenaggio della foce Carmosina, al fine di rimuovere i sedimenti nel tempo depositati e quindi favorire una osmoregolzione tra le acque di mare e le acque provenienti dal canale Carmosina e il corretto deflusso delle acque affluenti; e con la bonifica della rete di canali a servizio del canale Cinque Metri e Foce Carmosina, previa verifica dell’utilità dei medesimi dal punto di vista idraulico”.
Le indagini chiariscono parzialmente le responsabilità del grave inquinamento che da tempo attanaglia Margherita di Savoia. Ora, sono necessari interventi urgenti da parte degli Enti coinvolti, per evitare che anche nella prossima estate il fenomeno si ripresenti.
Circolo Legambiente “Margherita di Savoia”

Commenti

  1. non è necessario istituire un ecomuseo per tutelare l'erea di Torre in Pietra, perchè l'ecomuseo si tradurrebbe in solamente nell'ennesimo ed assurdo divieto di fruibilità dell'area da parte del cittadino, basterebbe utilizzare le norme gia' esistenti in maniera seria. Perchè nessuno si lamenta che un gruppo di delinquenti comuni si è impadronita di Torre in Pietra, appena ristrutturata, per imporre il pedaggio abusivo sui bagnanti che visi recano?

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