Legambiente: “L’archeologia industriale salinara sommersa dall’inciviltà”

cultura_trenino_saleMARGHERITA DI SAVOIA - Pregevoli pezzi di archeologia industriale, che rievocano immagini ancora vive nei ricordi di tutti i magheritani, come quelli presenti in zona Regina, giacciono in totale stato di abbandono e degrado: arrugginiti, con i vetri spaccati, circondati da immondizie di ogni genere, lasciati incustoditi, senza una cartellonistica adeguata. Ciò costituisce un’ulteriore dimostrazione che non si conosce il valore del nostro patrimonio!
La Salina di Margherita di Savoia costituisce un vero e proprio tempio dell’archeologia industriale, non solo per il capannone Nervi, progettato nel 1933 dall’omonimo ingegnere architetto e posto da poco sotto vincolo dalla Soprintendenza, ma anche per gli antichi strumenti di raccolta e lavorazione del sale: densimetri per la misurazione dei gradi Baumè, anemografi, pluviografi, evaporigrafi, strumenti elettrici, pesi e stadere, attualmente esposti presso il Museo Storico della Salina.
Numerose anche le macchine industriali, generatori di corrente, carri ferroviari, locomotori, attrezzature di officine, che invece attendono di essere musealizzati in una struttura adatta ad una più corretta fruizione e protezione dagli agenti atmosferici. Una piccola parte di questi macchinari, nonché un trenino a scartamento ridotto, fino a pochi anni fa attivo sulle rotaie della salina durante la raccolta del sale, ha trovato sistemazione lungo i bacini della zona parallela a Via Carlo Afan de Rivera, a pochi metri dal Palazzo di Città, con gli esiti sopra citati.

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archeologia industriale sommersa
archeologia industriale sommersa
archeologia industriale sommersa
archeologia industriale sommersa
archeologia industriale sommersa

Una tale situazione esprime lo stato di degrado dilaniante in cui versa tutta Margherita, dove qualsiasi zona può trasformarsi in poco tempo in discarica a cielo aperto nel più totale disinteresse verso l’ambiente e il territorio. Segno che mostra la dilagante inciviltà nel nostro paese e la totale inadeguatezza delle istituzioni preposte al controllo, considerato che si tratta in questo caso di una zona accessibile a tutti, compresi ragazzini.
È difficile comprendere che danneggiando l’ambiente danneggiamo noi stessi e l’immagine di Margherita? È questa la Miami che vogliamo costruire? Alle istituzioni vorremmo sottolineare il fatto che non è sufficiente piantare due palme per dirci ambientalisti e attenti al verde, mentre con noncuranza rendiamo lecito deteriorare i luoghi della cultura: è necessaria una seria politica ambientale e vere e proprie campagne di sensibilizzazione ed educazione del cittadino.
RITA DI GAETANO, RUGGERO RONZULLI
FONTE: www.corriereofanto.it

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